Raramente ci era capitato di assistere negli ultimi anni ad una prestazione azzurra come quella di Atene, in cui la Nazionale ha vinto cosi’ largamente, giocando bene e contro un avversario decente, da impressionare un po’ troppo. Solo ai tempi di Conte, Lippi e Bearzot era capitato. Ne’, dopo un periodo nero come quello che aveva preceduto la gestione Mancini, la Nazionale aveva ripreso quota abbastanza rapidamente, com’e’ successo stavolta. “Siamo avanti col lavoro” ha commentato senza falsi pudori il ct dopo la partita dell’Olimpico di Atene. Andando a spulciare le classifiche dei primi turni delle qualificazioni europee, si nota che solo Irlanda del Nord, Polonia, Turchia e Belgio sono a punteggio pieno dopo tre partite, cioe’ con 9 punti. Ma solo l’Italia ha una differenza reti di 11 gol segnati e nessuno subito. I turchi sono sull’8-0. Il che vuol dire che la squadra di Mancini e’ andata nelle prime tre partite meglio di tutte, inanellando la sesta vittoria di fila senza subire gol. Chi lo avrebbe mai detto? E siccome anche le nostre altre Nazionali (vedi la semifinalista Under 20) vanno a gonfie vele, si puo’ affermare che il vento per il nostro calcio azzurro e’ cambiato, al contrario di quello dei club, che non salgono sul podio da un bel pezzo.
E’ una bella considerazione, dopo un periodo poco esaltante. Se la squadra di Mancini battera’ a Torino anche la Bosnia, che sulla carta e’ un’altra avversaria in predicato per qualificarsi alle finali europee, il ct potra’ dedicarsi ad affinare qualche particolare (“Perche’ non abbiamo segnato il quarto gol, nonostante le tante occasioni create?” si e’ chiesto stizzito dopo la partita di Atene) preparandosi a qualche vittoria di sostanza e prestigio contro avversari piu’ qualificati rispetto a quelli affrontati finora. Mancini si e’ compiaciuto del fatto che i suoi non avevano fatto veder palla ai greci in molti momenti della gara. E’ vero che nel primo tempo non c’e’ stata partita e solo nella ripresa Sirigu ha dovuto fare qualche parata. Ma non si puo’ dire che l’Italia abbia vinto contro nessuno, dopo aver magnificato alla vigilia le doti della Grecia con i suoi Papastathopoulos, Manolas, ecc. Ed esagerate sono sembrate le affermazioni degli ellenici, alla luce della loro prestazione, quando prima della partita avevano esposto i loro propositi bellicosi, dicendosi fiduciosi nella vittoria, come hanno fatto il tecnico Anastasidi e il romanista Manolas. Mancini ha una difesa che finora, visti i numeri, si puo’ definire, se non proprio imbattibile, almeno “di ferro" con i veterani Bonucci (bel gol, da ex attaccante) e Chiellini in mezzo. La scoperta delle virtu’ di Emerson, buono nel difendere, ma anche nel proporsi in avanti, assicurano contro gli eventuali infortuni dei vari Biraghi ecc. Il centrocampo, guidato da Jorginho, e’ comunque il reparto-cardine di tutte le squadre: nel nostro, a parte la “guida” dell’ex napoletano, sono state apprezzate l’ecletticita’ di Verratti e le doti di uomo tuttofare di Barella, bravo pure nel segnare. Degli attaccanti ha fatto gol solo Insigne, ma Belotti si e’ fatto vedere come uomo-assist e Chiesa ha sfoderato qualche giocata eccellente. Bernardeschi e’ partito dalla panchina, ma appena e’ entrato ha scaldato le mani del portiere greco Barka. Potrebbe cominciare da titolare a Torino, come Quagliarella e qualche altro, contro la Bosnia che si presenterà senza morale, dopo la batosta presa in Finlandia. Quando le cose vanno troppo bene, dato a Mancini quel che e’ di Mancini, c’e’ un po’ di paura di allargarsi troppo. Perche’ nel calcio le brutte figure sono sempre dietro l’angolo.